MEGLIO SOLI… O NO? I MIGLIORI FILM HORROR SULLA SOLITUDINE

Per alcuni è un incubo insopportabile, per altri la forma più preziosa di libertà, per molti rappresenta l’anticamera della follia e del terrore: la solitudine ha dalla sua una nutrita filmografia, alla quale il genere horror ha dato il suo apporto con parecchie pellicole dedicate:

 

Dementia (Daughter of Horror) 
Usa 1955, John Parker

Una donna vaga da sola durante una lunga notte scandita da strani incontri in un quartiere malfamato di Los Angeles. Nessuno parla: ogni avvenimento prende una piega sanguinaria o squallida, mentre ogni volto che incrocia ha l’inquietante fissità tipica degli incubi.
Coefficiente di solitudine: 2/5
Sottogenere: siamo così, dolcemente complicate

Darling
USA 2015, Mickey Keating

Darling è una ragazza che indossa abiti di classe e acconcia i capelli come negli anni Sessanta. Ha solo un piccolo problema: è completamente pazza. Lavora come custode in una casa di ricconi, a New York, ed è lì dentro che la vedremo, sola, per la maggior parte del tempo. Questo film ricorda un po’ Colazione da Tiffany e un po’ Repulsion in chiave espressionista. Il bianco e nero rende il sangue molto chic.
Coefficiente di solitudine: 3/5
Sottogenere: siamo così, dolcemente complicate

Last shift
USA 2014, Anthony DiBlasi

A una giovane poliziotta al suo primo incarico viene assegnato il compito di sorvegliare al turno di notte una stazione di polizia deserta che sta per essere dismessa. Cosa potrebbe mai andare storto? Ogni-singola-cosa.
Dettaglio interessante: nel bel mezzo della pellicola spunta fuori il nome Paymon.
Per gli amanti del genere, c’è anche Il guardiano di notte di Ole Bornedal, remake della versione originale olandese dello stesso regista.
Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: catarsi addosso

La nuit a dévoré le monde (The night eats the world)
Francia 2018, Dominique Rocher

La vita di un sopravvissuto all’apocalisse zombi è dura e noiosa, fatta di fughe repentine e rischiose incursioni per la ricerca di viveri. Ma anche di musica, ascoltata alle cuffie o suonata a tutto volume, e di paranoie, e di incontri singolari. Il protagonista trascorre in  (quasi) totale solitudine una lunga quantità di tempo, rinchiuso in un condominio in cui è l’unico uomo rimasto in vita.
Coefficiente di solitudine: 5/5
Sottogenere: pazzi in solitaria

USA 2018, Clayton Thompson


Un neolaureato decide di tentare una via estrema per trovare l’ispirazione a scrivere e connettersi alle sue capacità artistiche: un periodo di totale isolamento in un bosco sperduto e ostile, senza telefono, senza punti di riferimento, senza possibilità di scappare. Di nuovo: cosa potrà mai andare storto? E cos’è quel rumore tra gli alberi? Le Blair witch project vibes qui sono molto forti.
Coefficiente di solitudine: 5/5
Sottogenere: pazzi in solitaria

 

After Midnight
USA 2020, Jeremy Gardner &Christian Stella

Rimasto solo in casa dopo essere stato lasciato all’improvviso e senza una motivazione apparente dalla fidanzata, Hank trascorre le sue notti armato di fucile e intenzionato a fermare quella strana cosa che da qualche tempo appare nei momenti più bui ma che solo lui sembra vedere. Durante i tempi morti piange ricordando .
Coefficiente di solitudine:4/5
Sottogenere: pazzi in solitaria

 

The Alchemist Cookbook
USA 2016, Joel Potrykus

È una trasposizione postmoderna e distorta del mito del Faust, che vede un giovane eremita alle prese con l’alchimia, con esperimenti chimici e con l’invocazione di un demone. Il tutto condito da abbondanti dosi di psicofarmaci di dubbia provenienza. Pochi dialoghi e un’ottima colonna sonora per un film sperimentale dai ritmi lenti e dal contenuto allucinato. →Leggi la recensione completa del film.  

Coefficiente di solitudine: 5/5
Sottogenere: forse era davvero meglio soli

Repulsion
UK 1965, Roman Polanski

La carne al fuoco in Repulsion è davvero tanta, ma la vicenda segue la discesa nella follia di una donna sola con le proprie ossessioni, con quella repulsione (sessuale) che la porta a isolarsi da tutti e a nutrirsi di incubi e allucinazioni.
Coefficiente di solitudine: 2/5
Sottogenere: sepolti in casa

The Battery
USA 2012, Jeremy Gardner

Due uomini vagano da soli per le sconfinate zone rurali degli Stati Uniti per sopravvivere alla desolazione di un’apocalisse zombi. Forse sono morti tutti e loro sono gli unici rimasti, o forse no: ma la convivenza tra i due è difficile, quasi quanto la ricerca di viveri e posti sicuri. Bellissima variante sul tema, ottime la colonna sonora e le interpretazioni, immenso il senso di solitudine.

La casa muda (The silent house)
Uruguay 2010, Gustavo Hernández

Si dice che questo film sia ispirato agli immancabili “fatti realmente accaduti” e che sia stato girato in un unico piano sequenza (ma è solo un abile gioco di montaggio). Quel che è certo è che la protagonista rimane sola all’interno di una casa in cui dev’essere successo qualcosa di terribile. Da evitare come la peste il remake statunitense.
Coefficiente di solitudine: 3/5
Sottogenere: catarsi addosso

May
USA 2002, Lucky McKee

May è una giovane assistente veterinaria i cui comportamenti corrispondono con esattezza a quelli di chiunque trascorra troppo tempo da solo: è strana e non è in grado di interfacciarsi col prossimo. Nel suo caso però, il passo dalla stranezza alla follia è davvero breve. Una certa attitudine frankensteiniana non aiuta a migliorare le cose.
Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: siamo così, dolcemente complicate

Kairo (Pulse)
Giappone 2001,  Kiyoshi Kurosawa

Una strana maledizione colpisce alcuni individui, portandoli a isolarsi per poi sparire – o morire – misteriosamente.
Non si parla espressamente dell’hikikomori ma i fenomeni descritti sono simili: distacco sociale, isolamento domestico, solitudine, depressione e un rapporto molto ambivalente con internet.
Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: catarsi addosso

The Eyes of my Mother
USA 2016, Nicolas Pesce



Film d’esordio del giovanissimo Nicolas Pesce, è un horror psicologico molto oscuro, che mette a nudo i meccanismi mentali di una donna sola e danneggiata nel profondo da un trauma subito durante l’infanzia che la porterà a sviluppare un’incorreggibile tendenza omicida, ripetuta schematicamente, quasi come un rituale, che comprende la cattura, l’asportazione di occhi e corde vocali, la costrizione in catene e l’instaurazione di un rapporto malato con le sue vittime. I dialoghi quasi assenti, ridotti al minimo, il bianco e nero pulito, la ricerca dell’essenziale e la scelta intelligente di omettere le scene più crude, lasciando però sempre intuire ogni cosa allo spettatore, fanno di questa pellicola indipendente un piccolo gioiello horror adatto ai palati più raffinati.
Coefficiente di solitudine: 3/5
Sottogenere: pazzi in solitaria

Un ragazzo eredita dalla madre tanti strani cimeli ma soprattutto tanti ricordi, tutti ben custoditi in una casa dall’arredamento sinistro in cui nulla è ciò che sembra e dove trascorrerà parecchio tempo – forse un po’ troppo – totalmente da solo.
Coefficiente di solitudine: 5/5
Sottogenere: sepolti in casa

A ghost story
USA 2017, David Lowery

Una donna perde l’amore della sua vita e rimane da sola per molti anni. Quel che non sa è che il suo fantasma è ancora lì, e lo sarà per sempre.
Questo è un film che spaventa ben poco ma che colpisce le corde più profonde dell’anima e risuona lì dove fa più male. In compagnia di quello che verrà ricordato come l’unico fantasma con lenzuolo e buchi per gli occhi credibile nella storia del cinema, si compie un cammino di (auto)consapevolezza etereo ma al contempo umano, immensamente complesso, paradossale e cosmico ma al contempo concreto, solido e vero – e doloroso – sul senso della vita e della morte, sulla storia dell’umanità, sul corso degli eventi e sul destino, sull’immanente e sul trascendente. ⇒ Leggi la recensione completa di A Ghost Story
Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: sepolti in casa

Il Nascondiglio
Italia 2007, Pupi Avati

Dopo essere rimasta vedova e aver trascorso molti anni in una clinica psichiatrica, una donna prova a ricominciare una nuova vita acquistando e ristrutturando una villetta dove tempo addietro sono avvenuti, ovviamente, fatti molto oscuri e luttuosi. La donna trascorre la maggior parte del tempo completamente da sola all’interno della proprietà, sospettando ben presto di essere però in compagnia.
Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: forse era davvero meglio soli

It stains the sand red (Deserto rosso sangue)
USA 2016, Colin Minihan

Una donna sola e disarmata attraversa il deserto indossando tacchi alti, bevendo vodka e fuggendo da uno zombie che la segue senza sosta, riuscendo in qualche modo a renderlo mansueto. Il tutto mentre ha pure il ciclo. Se non è essere multitasking questo, non saprei cos’altro. ⇒Leggi la recensione completa di It stains the sands red

Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: siamo così, dolcemente complicate

Autopsy (The autopsy of Jane Doe)
UK 2016, André Øvredal

Un cadavere non identificato che nasconde terrificanti segreti, un obitorio in balia di accadimenti inspiegabili, due coroner alle prese con un’autopsia fuori dal normale, l’analisi di un corpo perfetto del quale sembra impossibile stabilire la causa di morte. Autopsy è un horror sovrannaturale che, al di là di qualche occasionale balzo dalla poltrona, riesce a spaventare perché mette in atto un processo di sottrazione, che elimina una ad una le certezze scientifiche e ogni possibile appiglio razionale, parallelamente a un processo di accumulo, fatto di scene angoscianti e claustrofobiche in rapida successione.  Leggi la recensione completa di Autopsy 
Coefficiente di solitudine: 4/5
Sottogenere: catarsi addosso

4 pensieri riguardo “MEGLIO SOLI… O NO? I MIGLIORI FILM HORROR SULLA SOLITUDINE”

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