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[RECENSIONE] THE LIGHTHOUSE DI ROBERT EGGERS

Il faro di un’isola sperduta, gli scalcagnati deliri di due marinai ubriachi, la loro allucinata discesa verso la follia, e a fare da sfondo il mare, perturbante ancestrale in cui si perdono il senso del tempo, dell’identità e della realtà: The Lighthouse, l’ultima fatica di Robert Eggers – già autore di quella piccola gemma folk horror del cinema indipendente che è The VVitch – unisce elementi visivi e concettuali parecchio eterogenei, dando vita a un prodotto atipico e affascinante.

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The Hypnotic Eye (1960): deturpazioni facciali, stati di trance e hype

Se c’è una lezione che s’impara pensando allo strano caso di The Hypnotic Eye, poco nota pellicola del 1960 diretta da George Blair, pubblicizzata in maniera massiccia per poi essere quasi dimenticata negli anni a venire, è che a volte il marketing non paga.
Era l’epoca della pubblicità aggressiva, delle grandi occasioni, della spensieratezza economica e il cinema, preso anch’esso da questa frenesia, ingurgitava frotte di spettatori attratti dalla voglia di novità, di tecniche di ripresa avveniristiche e di visioni coinvolgenti. Seguendo l’esempio di William Castle, prolifico regista di B-movie e produttore di Rosemary’s Baby, incoronato re dei “gimmick” (ovvero delle trovate pubblicitarie sensazionalistiche e fantasiose), la casa produttrice di The Hypnotic Eye prometteva infatti alla sua audience un’esperienza elettrizzante grazie allo spettacolo di Ipnomagia, una fregnaccia inventata su due piedi dai pubblicitari per far credere che gli spettatori sarebbero caduti realmente in stato di trance durante la visione del film, con tanto di dimostrazioni promozionali dal vivo per generare quello che oggi chiamiamo hype.

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Carnival of Souls (1962): ai confini dell’aldilà

Sì, ci sono spoiler. E sì, sono parecchio rilevanti sulla trama. 

Quando nel 1962 Carnival of Souls di Herk Harvey venne presentato al pubblico dopo una lavorazione complessiva di ben cinque settimane e l’impiego di un budget parecchio modesto, pare non abbia destato grande entusiasmo tra i critici. In compenso è poi piaciuto molto a George Romero, David Lynch, a Roman Polanski e persino a Tim Burton e M. Night Shyamalan, che non hanno perso occasione di citarlo in maniera più o meno esplicita nelle loro pellicole.
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Incubus (1966): esperanto, maledizioni e demoni con il capitano Kirk

Per quanto possa sembrare strano, il titolo di questo post non è stato assemblato utilizzando parole a caso: Incubus  di Leslie Stevens (1966) è una pellicola recitata in esperanto, funestata da una sorte maledetta e con protagonista William Shatner, interprete dello storico capitano Kirk in Star Trek.

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